Ho scritto un libro intero (SpotPolitik) per dimostrare che la comunicazione politica non va ridotta a semplici (ammesso che lo siano) questioni di grafica, estetica fotografica e affissioni più o meno ben (più spesso mal) riuscite. Eppure…
Un esempio di questi giorni. Se un partito inserisce nelle sue liste candidati e candidate “parenti di” (figli di, mogli di, cognati di ecc.), e lo fa in questo momento storico in Italia, be’, sta comunicando qualcosa di molto preciso ai suoi elettori: non siamo cambiati e non abbiamo intenzione di farlo. Alla faccia delle dichiarazioni e delle promesse. Alla faccia vostra.
Leggi in proposito l’articolo di Marina Terragni oggi sul suo blog. Leggilo per intero. Stralcio qui solo il pezzo che riguarda il Pd, le donne e l’annosa questione delle cosiddette “quote rosa”. Sui casi singoli menzionati da Marina non mi pronuncio, perché – a parte…
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